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IL DISAGIO PSICOLOGICO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS – VADEMECUM PER AFFRONTARE LO STRESS DURANTE L’EPIDEMIA

 

cerritelliA cura della dott.ssa Giuseppina Cerritelli – Psicologa-psicoterapeuta NCL Roma

“Non vi è salute se non c’è salute mentale”, afferma l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). La sfera mentale è a pieno titolo parte integrante del benessere della persona, intesa sia nella sua individualità, sia nella sua sfera sociale. In Italia, secondo gli ultimi dati dell’istituto superiore di sanità (ottobre 2019), le patologie psichiatriche più frequenti sono “la depressione, la schizofrenia e le sindromi nevrotiche e somatoformi”.

In questo periodo di emergenza CORONAVIRUS – in cui le persone sono state chiamate alla responsabilità di non uscire, di ridefinire i propri rapporti interpersonali, di modificare le proprie abitudini quotidiane – di quarantena e isolamento, è più che mai importante togliere il velo del pregiudizio e dello stigma sociale nei confronti della salute mentale.

Non tutti sono in grado, per varie ragioni, di gestire lo stress psicologico, la paura e l’angoscia legate a questa situazione di emergenza sanitaria: le capacità di adattamento, di coping, e la resilienza dipendono da fattori individuali, di natura genetica, ambientale ed esperienziale. Pertanto la situazione attuale potrebbe portare ad un peggioramento delle condizioni patologiche pre-esistenti in persone già affette da ansia, depressione o altri disturbi psichici.
Tra la gente comune sono diffusi stati d’ansia, preoccupazione e paura. La reazione ansiosa ha una natura fisiologica e naturale. Quello dell’ansia è un meccanismo fisiologico che la psiche umana attiva in presenza di un pericolo o di uno stato di allarme: si tratta di una reazione adattiva che, entro certi limiti, può rivelarsi preziosa e adattiva. Oltre quel limite, però, è causa di profondo stress per l’organismo, sia a livello fisico che psicologico. Avere paura presuppone la presenza di un pericolo definito e determinato e le modificazioni del sistema neurovegetativo (accelerazione della frequenza cardiaca, aumento della pressione sanguigna, l’aumento della sudorazione) preparano l’organismo all’azione finalizzata alla difesa dal pericolo.

La persona si percepisce dunque attiva e capace di fare qualcosa per proteggersi. Al contrario quando, come nel caso dell’epidemia che stiamo vivendo, il pericolo non è determinato e definito l’emozione che ne consegue è l’angoscia, che pone l’organismo in una condizione di impotenza e impossibilità di azione…viene fuori la nostra fragilità. L’angoscia travolge e genera la sensazione di essere passivi ed impotenti di fronte ad un pericolo incombente, travolgente, onnipotente.
In questo momento risulta molto utile, per preservare quanto più possibile la qualità della vita, fornire supporto, sostegno ed informazioni ai cittadini che si trovano in difficoltà, per gestire e contrastare le conseguenze psicologiche del CORONAVIRUS, e non attendere che l’evento traumatico possa scardinare l’equilibrio psichico della popolazione.
L’organizzazione mondiale della sanità ha diffuso un vademecum intitolato GESTIRE LO STRESS DURANTE L’EPIDEMIA DA CORONAVIRUS, in cui si sottolinea come “durante una crisi sia normale sentirsi tristi, stressati, confusi, spaventati o arrabbiati”.

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